In primo piano la crescita delle attività d’interesse generale

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A quali esigenze potrà rispondere l'economia sociale? Le organizzazioni dell'economia sociale per crescere hanno bisogno di elementi strategici: linee guida comuni, nuove aree di sviluppo, e naturalmente, investimenti finanziari e fiscali.

Italia capofila

Economia sociale come modello di sviluppo al centro del dibattito europeo. Con il Comitato di monitoraggio della Dichiarazione di Lussemburgo sull’economia Sociale, l’Italia come capofila è chiamata a dare più impulso. In questo senso l’incontro del 15 luglio a Trento ha rappresentato un momento importante per individuare linee guida comuni e nuove aree di sviluppo. Tra i punti principali rientrano, certamente, i profili finanziari e fiscali intesi come elementi strategici per la crescita dell’economia sociale nel contesto europeo.

Gli elementi strategici per la crescita dell’economia sociale

Il profilo finanziario

Sotto il profilo finanziario, occorrono risorse ad hoc. Come ogni impresa, infatti, anche le organizzazioni dell’economia sociale necessitano di finanziamenti per perseguire obiettivi di crescita e consolidamento. Obiettivi che sono funzionali alla dimensione della domanda e ai bisogni dei singoli e delle comunità su cui si intende produrre un impatto sociale. Nel passato, spesso si è constatata l’impossibilità di raggiungere questi obiettivi attraverso soluzioni coerenti alle necessità specifiche dell’economia sociale, trovandosi di fatto ad utilizzare strumenti e prodotti pensati per le imprese tradizionali. Meccanismi non idonei per le realtà dell’economia sociale e che quindi hanno spesso creato la necessità di sviluppare forme autonome di finanziamento (credito cooperativo, mutue, consorzi di garanzia o prestito soci) in grado di rispondere, almeno in parte, alle specifiche esigenze finanziarie, concepite per soddisfare esigenze che qualificano in modo univoco l’economia sociale e la sua missione al servizio delle persone. Una necessità dovuta anche al fatto che negli ultimi anni l’impegno dell’economia sociale, oltre ai servizi più tipicamente sociali, si è sempre più ampliato ad attività quali il rinnovamento urbano, i servizi ecologici, le attività creative e culturali, nonché l’edilizia sociale. Un’evoluzione che implica necessariamente nuovi bisogni finanziari, con l’evidente necessità di garantire un’offerta adeguata attraverso appropriati strumenti e strategie coerenti con le specificità delle organizzazioni dell’economia sociale (es: autofinanziamento, reinvestimento di utili e eccedenze, sovvenzioni e donazioni).

Il profilo fiscale

Accanto all’aspetto finanziario, occorre inoltre investire anche sul profilo fiscale. In questo senso, per incentivare l’economia sociale la strada non è quella di una fiscalità con benefici a pioggia. Piuttosto, occorrerà individuare sistemi di finanziamento collegati al perseguimento di attività di interesse generale. Operando una chiara distinzione tra attività economica e non, per definire nettamente le attività fiscalmente rilevanti. E tenendo nel dovuto conto le implicazioni che la produzione di beni e servizi di interesse generale produce in materia di aiuti di Stato, evitando di equiparare le organizzazioni dell’economia sociale alle imprese che perseguono come propria finalità principale il lucro.

A cura di Gianluca Salvatori e Gabriele Sepio.
Riproduzione riservata Il Sole 24 Ore, 8 luglio 2022.

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